Acquisì in questo modo una grande notorietà, che lo portò ad essere sempre presente in tutte le celebrazioni e le feste di un certo richiamo.
La sua produzione letteraria è immensa, ma inversamente proporzionale alla sua capacità di gestire i profitti derivanti dalla pubblicazione dei suoi scritti al punto che, per sbarcare il lunario, accettò talvolta di fare da guida turistica e di scrivere sonetti, canzoni e odi su commissione. Trascorse gli ultimi anni della sua esistenza a Bellano, con l’anziana madre e in pessime condizioni di salute, dove morì il 19 gennaio 1889 nel più totale anonimato. Non resta alcuna traccia della sua sepoltura ma le pagine di “Como e il suo lago (Guida del viaggiatore)”, una delle sue cinquanta opere, brilla ancora oggi per la precisa e acuta promozione turistica di tutto il Lario e anche di Bellano.