La chiesa di San Rocco si trova dietro l’abside della Prepositurale, in posizione rialzata, nei pressi del piccolo ponte di età romana a scavalco sul famoso Orrido.
La sua costruzione risalirebbe al 1484 come riporta l’incisione sull’architrave lapideo dell’ingresso, mentre la consacrazione avvenne nel 1502. A partire dal 1587 divenne sede della Confraternita dei Disciplini o Disciplinati: un gruppo di laici tutto rivolto alla preghiera e alla penitenza, che sarà poi sciolto nel 1786 per volere del Governo austriaco. La sala di detta confraternita si trovava al piano superiore, sopra all’attuale portico, ma di questa non sopravvive nulla se non in alcune stampe in cui viene mostrato l’aspetto che la facciata della chiesa aveva un tempo.
Nel 1968 venne interessata da importanti opere di restauro e oggi la chiesa è dedicata ai caduti di tutte le guerre e si propone come un insolito esempio di tempio religioso e al contempo civile.
A tal proposito particolari sono le due bombe che precedono il portale così come la raccolta di bandiere, documenti, terre dai campi di battaglia, foto e oggetti ritrovati nei luoghi delle due Guerre Mondiali e oggi esposi nella chiesa. Sulle pareti del Sacrario, infine, sono incise indelebilmente su lastre di pietra i nomi dei caduti bellanesi.
La dedicazione ai Santi Rocco e Sebastiano, invece, è da ricondursi al flagello della peste che colpì il territorio e alla presenza del Sentiero del Viandante che passa proprio sul ponte romano e sotto al portico del tempio. Chiese e cappelle dedicate a questi Santi, infatti, sono frequenti lungo l’antico tracciato.
L’interno è semplice e si compone di unica navatella con abside rialzata di pochi gradini. Degno di nota è la trave finemente lavorata che sorregge la grande Croce trionfale che precede il presbiterio, così come l’altare ligneo che ospita le statue del Cristo risorto e dei Santi Rocco e Sebastiano, tutte risalenti al Seicento; settecentesco, invece, è il paliotto di San Rocco. Sono invece andate perdute la pala raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi a cui è dedicata la chiesa e l’affresco absidale citate nella visita pastorale del 1611.
Seppur più recenti, meritano grande attenzione le due grandi tele posizionate ai lati dell’altare, ad opera del pittore bellanese Giancarlo Vitali.